METAVERSO: HERMES VINCE LA PRIMA CAUSA PER NFT

METAVERSO: HERMES VINCE LA PRIMA CAUSA PER NFT

Il famoso marchio di lusso Hermès ha citato in giudizio l’artista Mason Rothschild per aver commercializzato la collezione di NFT «MetaBirkins», che riproduceva diverse edizioni della celebre borsa «Birkin» del marchio nel Metaverso.

Nel dicembre 2021, la convenuta ha messo in vendita una collezione di Metabirkin sulle piattaforme di scambio di NFT. Vista la mancata risposta alle richieste di cessazione e desistenza inviate da Hermès, quest’ultima ha deciso di intraprendere un’azione legale. Hermès sosteneva che il sig. Rothschild approfittava impropriamente della fama della sua iconica borsa in pelle facendo un uso non autorizzato sia del marchio registrato «Hermès» sia del marchio tridimensionale costituito dalla forma della borsa Birkin in modo tale da creare confusione nei consumatori. I consumatori, a causa dell’innegabile somiglianza dell’aspetto delle Metabirkin e del modello Birkin, potrebbero erroneamente associare le NFT commercializzate dalla convenuta al prestigioso marchio francese.

In conclusione il tribunale di Manhattan ha stabilito che le leggi sulla proprietà intellettuale, e quindi il copyright di Hermès, sono applicabili in questi casi, dettando una sentenza única. Pertanto, le borse e i disegni del marchio sono protetti da copyright. La giuria ha inoltre stabilito che tale commercializzazione potrebbe generare confusione nei consumatori, che collegherebbero la collezione «MetaBirkins» a Hermès.

Per concludere i tribunali hanno stabilito un criterio chiaro: la commercializzazione di un prodotto nel metaverso deve rispettare i diritti di proprietà intellettuale e industriale come se si trattasse di un prodotto fisico.

LA MARCA ZARA NON È MOLTO FAMOSA IN INGHILTERRA

LA MARCA ZARA NON È MOLTO FAMOSA IN INGHILTERRA

Interessante caso che riguarda il marchio Zara nel Regno Unito, riportato dal mondo della proprietà industriale ed intellettuale. Il noto rivenditore di abbigliamento ZARA ha perso una disputa sul suo marchio contro una piccola boutique aperta in Inghilterra.

Amber Kotrri possiede una boutique di abbigliamento con il nome di «House of Zana» e ha chiesto di registrare il suo marchio presso l’Ufficio britannico della proprietà intellettuale UKIPO.

ZARA si è opposta al nuovo marchio, sulla base dei suoi precedenti marchi «Zara» registrati per abbigliamento e negozi. ZARA sosteneva che il suo marchio era rinomato/noto e che per questo esisteva un rischio di confusione tra i due segni.

La sig.ra Kotrri ha sottolineato che il nome della sua boutique deriva dalla parola albanese che indica le fate e che il motivo dell’utilizzo di tale nome è dato dal fatto che suo marito è albanese.

L’Ufficio ha riscontrato alcune somiglianze tra ZANA e ZARA. Tuttavia, ha escluso la totale somiglianza tra i segni, poiché le parole HOUSE OF nel nuovo marchio consentivano di distinguere i due marchi.

L’UKIPO ha anche respinto una possibile confusione, basata sulla reputazione del marchio ZARA. Ritiene che vi sia solo una bassa probabilità di associazione tra i segni, nella mente del consumatore. Pertanto, i due marchi possono coesistere sul mercato senza confondere il consumatore.

SPAGNA, CRESCITA ECONOMICA SUPERIORE AL TUTTO IL RESTO D’EUROPA

SPAGNA, CRESCITA ECONOMICA SUPERIORE AL TUTTO IL RESTO D’EUROPA

La Commissione europea ha aggiornato le previsioni di crescita economica della Spagna nel suo ultimo intervento pubblico indicando che il Prodotto interno lordo (PIL) della Spagna crescerà dell’1,9% nel 2023. Questa cifra è superiore dello 0,5% rispetto alle previsioni dello scorso inverno, dell’1,1% rispetto alla media dell’intera zona euro o dell’1% per l’intera Unione Europea. Per il 2024, la percentuale rimane invariata al 2%.

«Non ci sarà recessione, ma una crescita moderata», hanno dichiarato da Bruxell riguardo all’Economia della Spagna che rimane «ben al di sopra della media UE, grazie al Piano di ripresa e resilienza e a un mercato del lavoro molto forte». Anche la spesa finanziata da questi fondi dovrebbe crescere oltre il 3,5%.

L’inflazione dovrebbe scendere al 4% nel corso del 2023. Si tratta di una proiezione inferiore a quella stimata lo scorso inverno, pari allo 0,4%. D’altro canto, però, aumenta di tre decimi di punto percentuale la riduzione prevista, portandola al 2,7% per il 2024.

Una previsione più ottimistica rispetto a quella formulata in Europa nel suo complesso, che prevede una crescita del 6,7% per l’Europa nel suo insieme. Tre decimi di punto percentuale in più rispetto alle previsioni di febbraio sull’aumento dei prezzi. Stessa riduzione percentuale per il 2024, dal 3,4% al 3,1%. Anche nell’area dell’euro le previsioni sull’inflazione peggiorano, passando dal 5,8% nel 2023 al 2,8% nel 2024. Queste statistiche continueranno a «decelerare». Tuttavia, l’inflazione di fondo dovrebbe «rimanere raddoppiata rispetto alla media storica».