TRASFERIRSI IN SPAGNA

TRASFERIRSI IN SPAGNA

Trasferirsi in Spagna come in qualsiasi altro paese e cambiare vita è sicuramente il sogno di molti. Tuttavia, per farlo con sicurezza è bene conoscere la normativa di riferimento di ogni paese. Oppure, ancora meglio sarebbe bene affidarsi a professionisti, al fine di non trovarsi, dopo qualche tempo con spiacevoli sorprese dal Fisco italiano.

Una persona che vuole trasferire la residenza in Spagna o che intende permanere in un altro stato per più di 12 deve cancellarsi dall’anagrafe della popolazione residente presso il proprio Comune di residenza e presentare richiesta di iscrizione all’AIRE (ossia l’Anagrafe Italiani Residenti all’Estero) direttamente presso il Consolato italiano competente dove decide di trasferirsi, oppure presso il proprio Comune di residenza, prima del trasferimento.

Ai fini della legge italiana un contribuente è considerato fiscalmente non residente quando per la maggior parte del periodo di imposta non è stato residente, né ha avuto il proprio domicilio in Italia. Da notare, che ai fini fiscali non è rilevante soltanto la residenza ma anche il domicilio, che si considera come la sede in cui il soggetto svolge i propri affari ed interessi economici. Di conseguenza, quando un soggetto è considerato non residente, non sarà assoggettato alla tassazione in Italia ad eccezione dei redditi prodotti nel territorio italiano.

Potresti comunque trovarti a dover dimostrare l’effettivo trasferimento nello Stato estero a seguito dei controlli svolti dall’Agenzia delle Entrate; pertanto è opportuno che si possa provare con qualsiasi elemento disponibile lo svolgimento di un rapporto continuativo e i collegamenti nel nuovo Paese di residenza.

SPAGNA, CRESCITA ECONOMICA SUPERIORE AL TUTTO IL RESTO D’EUROPA

SPAGNA, CRESCITA ECONOMICA SUPERIORE AL TUTTO IL RESTO D’EUROPA

La Commissione europea ha aggiornato le previsioni di crescita economica della Spagna nel suo ultimo intervento pubblico indicando che il Prodotto interno lordo (PIL) della Spagna crescerà dell’1,9% nel 2023. Questa cifra è superiore dello 0,5% rispetto alle previsioni dello scorso inverno, dell’1,1% rispetto alla media dell’intera zona euro o dell’1% per l’intera Unione Europea. Per il 2024, la percentuale rimane invariata al 2%.

«Non ci sarà recessione, ma una crescita moderata», hanno dichiarato da Bruxell riguardo all’Economia della Spagna che rimane «ben al di sopra della media UE, grazie al Piano di ripresa e resilienza e a un mercato del lavoro molto forte». Anche la spesa finanziata da questi fondi dovrebbe crescere oltre il 3,5%.

L’inflazione dovrebbe scendere al 4% nel corso del 2023. Si tratta di una proiezione inferiore a quella stimata lo scorso inverno, pari allo 0,4%. D’altro canto, però, aumenta di tre decimi di punto percentuale la riduzione prevista, portandola al 2,7% per il 2024.

Una previsione più ottimistica rispetto a quella formulata in Europa nel suo complesso, che prevede una crescita del 6,7% per l’Europa nel suo insieme. Tre decimi di punto percentuale in più rispetto alle previsioni di febbraio sull’aumento dei prezzi. Stessa riduzione percentuale per il 2024, dal 3,4% al 3,1%. Anche nell’area dell’euro le previsioni sull’inflazione peggiorano, passando dal 5,8% nel 2023 al 2,8% nel 2024. Queste statistiche continueranno a «decelerare». Tuttavia, l’inflazione di fondo dovrebbe «rimanere raddoppiata rispetto alla media storica».